VARIA

 

Francesca Nobili Spada

Nell’acquario di Angiporto Galleria

Questo romanzo esce ora, dopo il ritrovamento del dattiloscritto ritenuto perduto, a quasi sessant’anni da quando fu scritto. Ne è autrice Francesca Nobili Spada (1916-1961), giornalista, musicista, scrittrice, la quale visse intensamente la stagione del secondo dopoguerra a Napoli. Impegnata in quegli anni in una convinta militanza comunista, si trovò spesso in conflitto con le contraddizioni di un partito rivoluzionario nei principî ma non di rado conservatore nei suoi equilibri gerarchici e nei suoi “codici morali”. Attiva nel 1946 per il “Comitato per la salvezza dei bambini di Napoli”, in prima fila nelle organizzazioni femminili, fu insegnante di filosofia, poi critica musicale e cronista nella redazione dell’Unità (che si trovava in quell'Angiporto Galleria, divenuto naturale punto di incontro di tanti – giornalisti, militanti e dirigenti, intellettuali – che animavano la vità politica e culturale della città negli anni della Guerra fredda). Francesca Spada frequentava i gruppi intellettuali più avanzati e originali della città e fra il 1957 e il 1961 scrisse questo libro: romanzo di formazione collettiva di un gruppo di giovani militanti, – “ci siete tutti dentro” avrebbe detto ai compagni, – ripresi nel fluire dei loro anni migliori tra impegno, ambizioni e passioni, slanci e disillusioni. Un testo apparentemente tradizionale nella forma per la scrittura quasi cinematografica, percorso al suo interno da rotture narrative, a volte frammentario negli intrecci delle vicende dei protagonisti. Leggendolo si è subito immersi nelle giornate di Maria e Paolo, Piero e Giovanni, Massimo, Laura e Marcella, personaggi di quella Napoli che, secondo Anna Maria Ortese, “il mare non bagnava più”. Quei giovani, logorati dalla loro stessa troppo intensa passione, spendono le loro vite nella generosa speranza di poter rifare un mondo migliore.

«A un certo punto del racconto il personaggio di Laura, il più somigliante a Francesca Spada, ricorda le parole dello statuto del partito, stampate sul retro delle tessere: “vita privata onesta, esemplare”. Quattro parole che costruirono intorno a lei, comunista irregolare guardata con sospetto dai compagni per il suo spirito libero oltre che per il suo primo matrimonio con un fascista, la gabbia di pregiudizi e diffidenze arrivata a farla sentire sempre più anomala e sola, fino alla scelta del suicidio. Perché la sua vita privata – e interiore – non risultava conforme ai dettami prescritti da un partito dominato da quella che Ermanno Rea definì “l’ossessione maschilista del comunismo napoletano”. [...] Ora, con Nell’acquario di Angiporto Galleria arriva quella che si può considerare un po’ la vendetta postuma di Francesca. Si fa strada intessendo i fili delle vite dei giovani uomini e delle giovani donne che nel dopoguerra animavano la redazione napoletana dell’«Unità», il mitico quarto piano frequentato tra gli altri da Annamaria Ortese, Raffaele La Capria, Giorgio Napolitano, Gerardo Marotta e posto da Ermanno Rea al centro di Mistero napoletano. [...]. Ma la storia, più permeata dal valore della testimonianza che della prova letteraria, fa affiorare soprattutto quel privato così fermamente irreggimentato dal partito: i pettegolezzi, i tradimenti compiuti o solo sognati, le coppie tenute insieme dalla disciplina di partito, i matrimoni combinati dai funzionari, la deplorazione per unioni come quella di Francesca e Renzo Lapiccirella, considerate non consone al modello di rigore comunista perseguito.» Titti Marrone, «Il Mattino» 11 aprile 2018

 

15 x 21 cm - pp. 160 - 10 illustrazioni nel testo. ISBN 9788871582337 - 18,00 Euro

 

Catalogo della mostra a cura di Lucetta Levi Momigliano, Lia Montel Tagliacozzo, Avi Reich

Giorgio Olivetti. I giorni, le opere, la Sinagoga sotterranea di Torino

Contributi di Elena Dellapiana - Lucetta Levi Momigliano - Avi Reich

Il volume è il catalogo della mostra allestita per ricordare, ad un anno dalla scomparsa, avvenuta il 21 novembre 2016, Giorgio Olivetti, ingegnere e architetto, al quale si deve la realizzazione del Tempietto sottostante la Sinagoga della Comunità Ebraica di Torino, ed anche l’affidamento di importanti documenti, disegni, progetti, fotografie, preziose testimonianze, non soltanto relative a Giorgio, ma anche al padre, l’ingegnere Guglielmo Olivetti, all’Archivio Ebraico Benvenuto e Alessandro Terracini di Torino.
Il Tempietto che illustra la copertina del libro rappresenta quindi il luogo privilegiato per illustrare la vita e le opere di Giorgio, nato nel 1929 a Torino da una famiglia borghese, perfettamente integrata all’interno dell’intellettualità più significativa della nostra città dopo i drammatici eventi bellici.
L’ampio apparato iconografico mette in evidenza, attraverso dipinti, disegni, fotografie, la formazione, non solo scolastica e universitaria, ma anche intellettuale di Giorgio Olivetti, partecipe del dibattito che animava alcuni gruppi di giovani architetti, artisti ed intellettuali della Torino dei primi anni Sessanta, così come i saggi in catalogo ne hanno tracciato le vicende biografiche.
Una parte importante dell’esposizione è stata dedicata ai disegni preparatori per il Tempietto ed il Centro Sociale, e ai diversi progetti per altre committenze pubbliche e private, progetti tutti rigorosamente restituiti dalle immagini fotografiche del catalogo.


Dall’Indice del catalogo:

Lia Montel Tagliacozzo Le ragioni di una mostra
Tavole a colori
Lucetta Levi Momigliano Giorgio Olivetti. Una biografia intellettuale
Elena Dellapiana Modelli culturali e architettura nell’opera di Giorgio Olivetti
Avi Reich Il mio lavoro con Giorgio Olivetti
Opere e progetti in mostra. A cura di Lucetta Levi Momigliano e Avi Reich
Vetrina n. 1 Giorgio e la sua famiglia, le leggi razziali, lo sfollamento
Vetrina n. 2 La Liberazione, il ritorno a casa, la scuola, l’università e il servizio militare
Vetrina n. 3 La sua famiglia, la professione, il gusto per la pittura
Progetti in mostra


Gli autori dei contributi:

Elena Dellapiana, PhD, è professore associato di Storia dell’architettura e del design contemporaneo al Politecnico di Torino. Studiosa della storia dell’architettura, della città e del design del XIX e del XX secolo, autrice di monografie e saggi scientifici.
Lucetta Levi Momigliano, storica dell’arte, studiosa di letteratura artistica. Fa parte dei Consigli di Amministrazione del Comitato per l’Archivio e la Biblioteca Valperga di Masino, della Pro Cultura Femminile di Torino, e del Comitato Consultivo dell’Archivio Ebraico Benvenuto e Alessandro Terracini.
Avi Reich è nato a Tel Aviv. Si è laureato a Torino presso la Facoltà di Architettura del Politecnico. Dal febbraio dell’87 ha lavorato presso lo Studio Associato di Architettura ISESCO di cui successivamente è entrato a far parte come socio. Dal 1992 lavora in forma individuale e in associazione temporanea con altri professionisti, tra i quali anche l’ing. Giorgio Olivetti, in progettazione di opere pubbliche e private.

 

17 x 24 cm - pp. 152 - 25 tavole a colori, 19 figure nel testo, 124 tavole per le schede

- ISBN 9788871582276 - 40,00 Euro

Franco Segre

 

Questa Legge non è in cielo

Una selezione di schede dalle lezioni del Corso di avvicinamento alla cultura ebraica

 

È raccolta in questo volume una selezione di schede tratte dalle lezioni che Franco Segre svolge a Torino da oltre un decennio nell’ambito del “Corso di avvicinamento all’ebraismo”, assiduamente frequentato da un considerevole numero di allievi di diversa estrazione: il corso, che rientra tra le attività culturali della Comunità Ebraica della città, si prefigge lo scopo di offrire ad ebrei e non ebrei una panoramica sui più diversi aspetti della cultura e della tradizione ebraica, fornendo gli strumenti per “avvicinarsi” a questo universo affascinante e, spesso, poco conosciuto. Con analoghi obiettivi, questo volume si rivolge ad un pubblico ancora più vasto, dando un ampio panorama dei concetti e dei testi essenziali della religione, della storia e della cultura ebraica. Dal Pentateuco agli scritti profetici, attraverso una serie di capitoli sulla ciclo della vita umana – nascita, maggiorità, matrimonio fino alla morte – nell’ebraismo, il ciclo settimanale e il Sabato; le diverse scuole religiose, le correnti e le sette, la preghiera e la nascita della sinagoga; la diffusione delle scuole rabbiniche medioevali, il pensiero ebraico nell’Europa centrale e orientale, la figura di Spinoza, il chassidismo, l’illuminismo ebraico, Moses Mendelssohn, l’età delle emancipazioni e le riforme, l’ebraismo italiano dell’Ottocento attraverso alcune figure eminenti: ecco alcuni dei temi del volume, arricchito da illustrazioni e da un ampio indice analitico che può guidare il lettore in percorsi tematici variegati, organizzando la sua esplorazione del testo in base a interessi personali, motivi di studio o curiosità e attenzione all’approfondimento.

Franco Segre (Torino, 1937), laureato in ingegneria elettronica è stato uno dei fondatori del bimestrale «Ha Keillah» e del Gruppo di Studi Ebraici, di cui è stato a lungo presidente; già consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche d’Italia, dell’Archivio Terracini di Torino e della Scuola Rabbinica Marguglies-Disegni, è docente di ebraismo presso diverse istituzioni; attualmente è consigliere della Comunità Ebraica di Torino; ha curato tra l’altro: Musiche della tradizione ebraica in Piemonte, Squilibri editore, 2015.

Indice generale del volume


p. 7 Introduzione di Dario Disegni, Presidente della Comunità ebraica di Torino
9 Presentazione
11 Il GSE per Franco
13 L’AEC per Franco
17 Nota introduttiva


Questa Legge non è in cielo


20 Nota tecnica
Adamo ed Eva
21 Presupporti per la morale: libero arbitrio e conoscenza del bene e del male
34 Dalla prova al lavoro
Caino e Abele
55 Prima dell’omicidio
77 Dopo l’omicidio
Liberazione, patto e Legge
97 Dalla schiavitù alla liberazione
102 Il patto del Sinai
106 La legge
Il Sabato e i cicli settimanali
109 Il Sabato
115 Cicli settimanali
Il ciclo della vita
119 La nascita
124 La maggiorità: Bar mitzwah e Bat mitzwah
128 Il matrimonio
129 La morte
141 La profezia
Maestri, scuole e tribunali
147 Grande Assemblea e suoi epigoni
153 I sinedri
160 Hillel e Shammaj
165 Scuole di Illel e Shammaj
168 Yochanan Ben Zaccaj
172 Discepoli di Yochanan Ben Zaccaj
182 ‘Aqivà
186 Ishmael
192 Tannaim non allineati
198 Jeudah e la Mishnah

La preghiera nella Bibbia
205 Nella Torah
217 Nei Neviim
222 Nei Ketuvim
226 Prime organizzazioni della «preghiera» pubblica
229 Le sette nel periodo asmoneo
La Sinagoga
241 Origini della sinagoga
245 Prime funzioni della sinagoga
249 Prime sinagoghe nella diaspora
252 Prime sinagoghe in terra di Israele
255 Sinagoghe palestinesi tardoromane e bizantine
268 Sinagoghe diasporiche tardoromane e bizantine
277 La sinagoga nel Medioevo
Studi e scuole
299 Studi e scuole nell’Europa centrale e orientale
308 Spinoza
324 Il chassidismo
367 Haskalah. Illuminismo ebraico. Mosè Mendelssohn
395 Eredità di Mendelssohn
408 Illuminismo ebraico in Francia
419 Napoleone e gli ebrei
434 Emancipazioni e riforme: rischi e/o opportunità
456 Samson Raphael Hirsch
Rabbini italiani dell’Ottocento
473 La Haskalah in Italia
474 Isac Samuel Reggio
475 Il Collegio rabbinico di Padova
478 Samuel David Luzzatto (Shadal)
487 Elia Benamozegh

541 Indice analitico

 

17 x 24 cm - pp. 551 - 36 illustrazioni nel testo, tavole riassuntive - ISBN 9788871582283 - 30,00 Euro

 

La salute psicomotoria

L’osservazione dello sviluppo dei bambini inizia già all’asilo nido. I risultati ottenuti da uno studio pilota

A cura di Dino Bondavalli, Enzo Grossi, Odelia Liberanome, Giorgio Mortara

Utilizzare il contesto di gioco come ambiente privilegiato per osservare l’andamento dello sviluppo psicomotorio dei bambini. Introdurre nelle scuole italiane un modello oggettivo di valutazione che consenta di individuare fin dai primi mesi di vita eventuali ritardi nelle competenze che possono rappresentare campanelli di allarme per l’autismo e altre patologie neuropsichiatriche.
Sono questi gli obiettivi del progetto di prevenzione primaria “La Salute Psicomotoria”, voluto e finanziato da UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) tramite i fondi dell’8 per mille e realizzato da Villa Santa Maria, Centro di eccellenza a livello internazionale (Tavernerio, Como) specializzato nella cura e riabilitazione di bambini e ragazzi affetti da autismo e patologie neuropsichiatriche, in collaborazione con AME (Associazione Medica Ebraica) e Sochnut Italia - Agenzia Ebraica per Israele.
L’iniziativa, realizzata negli istituti delle Comunità Ebraiche di Firenze, Torino, Trieste e Roma, ha consentito di individuare non solo bambini con problemi in una o più aree dello sviluppo, ma anche piccoli con capacità particolarmente avanzate. I sorprendenti risultati di questo studio pilota sono stati illustrati nel corso del convegno patrocinato da Regione Lombardia, che si è svolto il 7 febbraio 2017 a Palazzo Pirelli a Milano.

Dall’indice:
Maurizio Bonati Disturbi del neurosviluppo nella popolazione infantile: il quadro epidemiologico a livello internazionale
Marina Norsi L’importanza di una diagnosi precoce dei disturbi del neurosviluppo con riferimento anche a esperienze internazionali
Eleonora Castagna Progetto “La Salute Psicomotoria”: metodologia applicata e risultati ottenuti
Odelia Liberanome Progetto “La Salute Psicomotoria”: integrazione delle esigenze scientifiche con gli aspetti formativi nelle singole realtà scolastiche
Gloriana Candusso Progetto “La Salute Psicomotoria”: osservazioni e valutazioni delle scuole
Enzo Grossi Progetto “La Salute Psicomotoria”: conclusioni e prospettive

15 x 21 cm - 40 pp. - con 24 figure nel testo - ISBN 9788871582245 - 5,00 Euro

Viola Lapiccirella

Einaudiani in corpo minore

 

Viola Lapiccirella nella seconda metà degli anni ’70 e nei primi ’80 ha lavorato nell’ufficio preparatori e nell’ufficio correttori della Giulio Einaudi. Assieme ad alcuni compagni di lavoro in quegli anni ha elaborato, raccolto e annotato tra chi è stato “alle dipendenze di Einaudi” sogni sulla casa editrice, conversazioni sui libri in preparazione, disegni e biglietti, ritagli di giornale sugli avvenimenti che scandivano la vita e – da un certo punto in poi – le difficoltà dell’azienda. Ora pubblica questi materiali, rimasti chiusi per decenni in cartellette quasi dimenticate, come frutto di un lavoro e di una riflessione collettivi in cui testimonianza del quotidiano, frammenti di impegno politico e partecipazione culturale si intrecciano in modo indissolubile.

 

Recensionei: http://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/la-crisi-einaudi-degli-anni-80-quella-scarpa-sulla-testa-a-bollati/

«Il fatto quotidiano» - Cultura domenica 07/05/2017

«La crisi Einaudi degli Anni 80: quella scarpa sulla testa a Bollati

C’è un gruppo di lavoratori” oltre ai dirigenti, scrivono indignati a “Il Manifesto”: sono correttori di bozze, tecnici e redattori della casa editrice torinese di cui ora un libro raccoglie le memorie

Nei saggi dedicati alle vicende dell’Einaudi, così come nei ricordi di alcuni dei protagonisti, non si fa mai cenno a chi è stato “alle dipendenze” dello Struzzo, dai correttori di bozze, ai redattori, agli addetti all’ufficio tecnico, come soldato senza gradi: i lavoratori della casa editrice, insomma. Quelli che, durante la crisi finanziaria degli anni Ottanta, lottavano per il posto di lavoro. Donne e uomini che, nel 1983, scrivevano a «Il manifesto»: “C’è un gruppo di lavoratori e c’è un gruppo di dirigenti. I lavoratori difendono i loro posti di lavoro. I dirigenti, previ accordi con l’Unione industriale, tendono a salvare l’impresa attraverso tagli dell’organico”.
A questo vuoto di memoria, che è la storia a senso unico dell’impresa fondata nel 1933 da Giulio Einaudi, sopperisce ora Viola Lapiccirella, che, tra gli anni ’70 e i primi ’80, ha lavorato nell’ufficio preparatori e nell’ufficio correttori della casa editrice torinese. Per Silvio Zamorani, editore di Torino, ha appena pubblicato Einaudiani in corpo minore (pagg. 113, euro 15), che raccoglie “sogni sulla casa editrice, conversazioni sui libri in preparazione, disegni e biglietti” di un gruppo di dipendenti, elaborati allora, soprattutto nei mesi del tracollo economico, e rimasti chiusi nei cassetti fino a oggi. Spiega l’autrice, figlia di Renzo Lapiccirella e Francesca Nobili, i due intellettuali comunisti al centro del bel libro Mistero napoletano di Ermanno Rea, che “si parla di un gruppo di correttori (e qualche redattore) dell’Einaudi”, ma “non si parla di loro, ma di quel periodo all’Einaudi attraverso di loro”. Lo si fa con gli “autori, i libri, le assemblee, le chiacchiere d’ufficio, i disegni nati alla scrivania per commentare questo e/o quello, i bigliettini al ‘collega di scrivania’ che non incontravi più perché eri in un turno diverso durante il periodo della cassa integrazione a rotazione”. Anni duri, quelli negli uffici di via Biancamano, in particolare per chi non era un dirigente, un intellettuale “laureato” come i poeti di un verso di Eugenio Montale. Capitava, riferisce Viola Lappicirella, di sognare molto realisticamente che “l’azienda andava a fondo”, “Einaudi piangeva e qualcuno lo abbracciava e piangeva a sua volta. Per raccogliere le lacrime era stato steso un grande lenzuolo nero”. S'immaginava pure che “qualcuno del magazzino mi raccontava di aver preso a scarpate Bollati”. Giulio Bollati, il direttore generale dello Struzzo, “era accanto alla porta e lui accanto alla finestra e gli chiedeva un permesso per il pomeriggio benché ci fosse sciopero. Bollati glielo negava e lui gli tirava una scarpa”. Sogni, ma non solo.
Non si aveva timore, tra correttori e redattori, di esprimere giudizi senza peli sulla lingua, da lettori, e spesso assai poco benevoli, su alcune pubblicazioni. Dei primi romanzi di Andrea De Carlo, per esempio, si dice: “Un fotoromanzo possiede più finezze psicologiche”. E dello scrittore: “Lui è un giovanotto vestito alla moda; gentile. Magari la sua scrittura è antipatica e lui no... – Al contrario di Calvino”. Sul Racconto Italiano di Ignoto del novecento di Carlo Emilio Gadda, curato da Dante Isella, il commento è perentorio: “Che noia che noia che noia, che noia mortale questo signore. Note criptiche a Gadda”. Mentre per i Quaderni di Sociologia, di Franco Leonardi, viene affermato: “Sono a pagina diciotto e ancora non ho capito di cosa parla”. Anche Vittorio Strada, autorevole studioso di letteratura russa e sovietica, è messo all’indice: “Sto leggendo Strada. Una noia! Uno proprio si rende conto che non gliene importa niente. Boh. Poi mette piccoloborghese tutto attaccato, voi lo mettereste piccolo borghese tutto attaccato?”. La smitizzazione dal basso, per così dire, dei sacri nomi dello Struzzo, non risparmia le Cronache torinesi 1913-1917 di Antonio Gramsci, scelte da Sergio Caprioglio: “Ma io mi chiedo: Caprioglio doveva proprio andare a pescare questi articoli che fanno torto solo a Gramsci? ‘Nuova attribuzione’. Mah. Per me, non sono suoi. – Ti è restato un certo mito di Gramsci, eh? – Eh sì. Me l’ha proprio buttato giù...”. Ben pochi passano l’esame dei soldati semplici dell’Einaudi. Uno di questi è Augusto Monti, il professore antifascista, amico e maestro di Cesare Pavese e di tanti altri allievi illustri del liceo Massimo d’Azeglio. A proposito delle sue Lettere a Luisotta si sostiene: “Scrive bene, Monti; poi è pieno di modestia”. E poco dopo: “Certo che avere al liceo un professore così deve esser stata una bella fortuna”. Controstoria della Struzzo, o storia differente, narrata da altri punti di vista, fuori da retorica e mito, Einaudiani in corpo minore è un libro vero e sincero, che, dice l’autrice, ricorda con affetto tutti, “maggiori e minori allineati dalla pialla equa del tempo”.» Massimo Novelli

 

15 x 21 cm ISBN 9788871582207 Euro 15,00

Il bagno è perfetto, il problema è arrivarci
Il diritto allo studio delle persone disabili nell’Università di Torino
A cura di Roberta Bertellino
Introduzione di Nicoletta Bosco
Che cosa può aspettarsi un ragazzo disabile quando sceglie di iscriversi all’Università? Quali servizi lo sosterranno e a quali strutture potrà fare riferimento? Come sarà l’ambiente didattico, umano e relazionale in cui si troverà immerso? La ricerca presentata nel volume affronta questi interrogativi con riferimento a una realtà particolare: quella dell’Università degli Studi di Torino. La recente normativa di legge sul diritto allo studio delle persone disabili ha infatti prodotto esiti differenziati che meritano di essere attentamente ricostruiti nelle loro specificità: sia negli aspetti positivi, sia per i problemi che occorre ancora affrontare. Al centro dell’attenzione sono posti i diversi punti di vista dei soggetti presenti nell’Università – studenti, personale amministrativo, operatori e docenti – per come essi si confrontano quotidianamente con i molti e complessi aspetti connessi alle disabilità; ma soprattutto per come interagiscono in ogni momento con i disabili via via sempre più presenti negli atenei, la cui voce raccolta in numerose interviste risuona con nitida chiarezza nelle pagine del libro.
Da tutto questo emerge una realtà vitale, pronta ad interrogarsi sul senso delle attività intraprese e disponibile a scommettere su possibili innovazioni in grado di migliorare i risultati fin qui conseguiti.
Nicoletta Bosco insegna Comunicazione pubblica nel corso di Laurea in Scienze della Comunicazione presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino e, nell’ambito della stessa Facoltà, ha ricoperto il ruolo di Delegato per gli studenti disabili.
Roberta Bertellino è dottore magistrale in Comunicazione per le istituzioni e le imprese e ha dedicato il suo lavoro di tesi allo studio del rapporto tra handicap e comunicazione nell’Università di Torino.
15 x 21 cm ISBN 9788871581422 Euro 12,00
Milena Beux Jäger
Padre Nostro
Una preghiera ebraica
Tra il 200 a.e.v. e il 200 e.v. la Palestina è sottoposta a sconvolgimenti politici e culturali che si riflettono anche sulla liturgia ebraica. Accanto ai Salmi, in gran parte già redatti ed entrati a far parte della prassi liturgica templare, nascono o si confermano formule e preghiere, atte a sottolineare e a determinare i principi teologici fondamentali per l’identità etnica, politica e spirituale di Israele, minacciata dall’assimilazione alla cultura ellenistica. L’unicità di Dio e del suo popolo, così come la santificazione del Nome divino e la speranza dell’imminente imposizione suo Regno, sottendono le principali preghiere, come la Berakah, lo Schema‘ Israel, la Tephillah o il Padre Nostro, che si sviluppano in questo periodo in seno ai gruppi religiosi attivi, quali i farisei, la comunità di Qûmran, i samaritani, la comunità di Gesù di Nazareth, e che ne riflettono le caratteristiche. Sarà intorno alla metà del I secolo e.v. che esse andranno via via cristallizzandosi, sino a diventare parti fisse della liturgia quotidiana dell’ebraismo rabbinico e della chiesa nascenti.
Dall’indice:
Introduzione
Capitolo 1. La liturgia ebraica al volgere dell’eone
1.1 Cenni storici
1.2 Cenni sulla ricerca
Capitolo 2. I luoghi di culto e la loro liturgia
2.1 La liturgia al Tempio
2.2 La liturgia della sinagoga
2.3 Il bejt-midrasch
Excursus: Il rapporto maestro/discepolo
2. 4 Conclusioni
Capitolo 3.Generi di preghiera
3.1 La preghiera pubblica
Excursus I: La santificazione del Nome
Excursus II: Il Regno di Dio
3.2 La preghiera privata
3.3 La preghiera del bejt-midrasch
3.4 Conclusioni
Capitolo 4. Il Padre Nostro
4.1 Versioni e Recensioni
4.2 La lingua del Padre Nostro
4.3 Il Padre Nostro e le preghiere contemporanee
4.4 Conclusioni
Appendice
Qaddisch
Tephillah (Schmone ‘esreh, 18 Benedizioni), versione palestinese
‘Alejnû leschabbeach
Bibliografia
Elenco dei passi citati

Milena Beux-Jäger è nata a Torino, si è laureata in teologia presso la Facoltà di teologia Valdese di Roma e ha conseguito il dottorato in ebraistica presso l’Istituto per la ricerca ebraico-cristiana dell’Università di Lucerna (Svizzera), sotto la guida del prof. C. Thoma, con un lavoro sull’antica liturgia ebraica, dal titolo Das Verständnis der Heiligung des göttlichen Namens und des Reiches Gottes in der alten jüdischen Liturgie.
15 x 21 cm - 164 pp. - ISBN 9788871581989 - Euro 28,00
Michele Colafato (a cura di)
Io che sono polvere. Sociologia della preghiera
La fenomenologia di questo testo, il suo farsi nel vivo di una relazione diretta tra insegnanti e studenti, tra domande e risposte, e nel confronto tra scuole e stili, mostra una singolare e significativa affinità con il suo tema: la preghiera e la sociologia della preghiera, la preghiera e il rapporto tra individuo e società che essa riflette, il suo essere durkheimianamente solidaritè, norma, espressione. Eppure, oltre ogni chiusura riduzionistica nelle pur ricche e varie dimensioni in cui è presente – culti, credenze, riti e pratiche formali – la preghiera è qui colta anche nella sua tensione e apertura verso il misterioso, l’incondizionato, l’assoluto, sospinta dalla fiducia e dal fervore verso, per così dire, un punto di fuga paradossalmente ben radicato nel qui e ora. Così la “dynamic stillness” della meditazione di consapevolezza (sati) che s’inizia con l’invocazione di amorevole gentilezza per tutti gli esseri (metta); il “pregate incessantemente” di Paolo di Tarso che diviene nella ricerca del pellegrino russo il verso “Gesù, figlio di Dio, abbi pietà di me”; la tefillà che nell’esperienza chassidica viene portata persino sul lavoro; l’impeto degli innamorati di Allah che si rispecchia nella frase di Simone Weil: «Il n’y a pas d’autre critérium parfait du bien et du mal que la prière intérieure ininterrompue. Tout est permis de ce qui ne l’interrompt pas, rien n’est permis de ce qui l’interrompt. Il est impossible de faire du mal à autrui quand on agit en état de prière». Perché – come è stato detto – le prassi interiori di raccoglimento e di presenza possono acquisire nel tempo i caratteri di “continuità, onnipervadenza e spontaneità”.

Nel volume:

Michele Colafato Introduzione
Iuvenalie Ionascu La preghiera nella esperienza del cristianesimo ortodosso romeno
Mahmoud Salem Elsheik La Salat nell’esperienza islamica: dimensione individuale e collettiva della preghiera
Shahrzad Houshmand zadeh La preghiera nell’islam
Scialom Bahbout La preghiera nell’ebraismo
Piero Coda La preghiera nella tradizione della Chiesa cattolica
Roberto Mander Esperienze di preghiera nel buddhismo
Riccardo Venturini La preghiera e il buddhismo del Sutra del Loto
Tarcisio Alessandrini Pregano i buddhisti?
Michele Colafato «Peace to all beings»

Michele Colafato insegna Storia del pensiero sociologico e Sociologia delle religioni all’Università di Roma La Sapienza. Ha svolto ricerche negli Stati Uniti e nei Balcani e pubblicato numerosi lavori. Nel 2006 ha curato il volume Maestri, una ricerca sulle vie, i modelli e i metodi della leadership spirituale.

15 x 21 cm - ISBN 9788871581477 Euro 20,00

Alice Franklin

Open Shade

 

Diciannove fotografie evocano le suggestioni botaniche dei giardini Hanbury. La stampa in bicromia su carta Rosaspina riproduce fedelmente i toni delle foto originali realizzate con il processo di stampa al platino.

15 x 17 cm - 24 pp. - ISBN 88-7158-085-0 - Euro 16,00

Grand Cru
Le edizioni Pulcinoelefante per la Galleria l’Affiche
Il volume presenta 57 librini editi dal “Pulcinoelefante” di Alberto Casiraghi, opera di 57 poeti e di 57 artisti per la mostra tenutasi alla galleria l’Affiche di Milano.
14,5 x 21 cm - 142 pp. - ISBN 88-7158-099-0 - Euro 18,00

Paolo Guidotti

I cento colpi

 

 

Un catalogo con le immagini di trentadue oggetti-scultura, trentadue bersagli del mondo magico di un artista che si muove tra Luna Park dell’infanzia, giardini zoologici e tirassegni della memoria.

15 x 17 cm - 24 pp. - ISBN 88-7158-0295-X - Euro 16,00

Giuseppe Pino

Jazz, amore mio

 

– Miles arrivò nel mio studio di New York con la moglie e due guardie del corpo... Lo feci sedere e dissi al mio assistente di detergergli il sudore con un kleenex... lui guarda l’assistente e, gelido, gli fa anche se continui fino a domani, il nero, non viene via...

Da almeno 25 anni le fotografie del mondo jazzistico di Giuseppe Pino sono considerate dei classici. I trentanove ritratti qui riprodotti ne rappresentano un saggio significativo.

Giuseppe Pino, fotoreporter dal 1962 al 1975, dal 1976 divide la sua attività per circa un decennio tra Milano e New York,dedicandosi essenzialmente al ritratto.

12 x 12 cm - 48 pp. - ISBN 88-7158-030-3 - Euro 15,00

Quaderno per un alfabeto
Tutto è cominciato da un gioco con l’alfabeto ebraico svolto dagli allievi della scuola elementare ebraica "Colonna e Finzi" di Torino: – Inventate anche voi un alfabeto figurato e disegnatene le lettere –. Le policromie dei disegni infantili sono corredate dal testo ebraico, inglese e spagnolo, per agevolarne la lettura nelle scuole ebraiche di tutto il mondo.
«"Tet è una strana figura di pagliaccio..." e dunque è un "tetagliaccio". Sain invece è "un indiano che vola su una coperta magica tenuta su dal fumo". Scin è il "candelabro di chi ha pochi soldi" e Ain "il diavolo", ma può anche essere "una grande arpa suonata da un signore su una barca". I poetici disegni che illustrano le lettere ebraiche sono accompagnati da annotazioni in quatto lingue: oltre all’italiano, l’ebraico, l’inglese e lo spagnolo, per cui Mem "is a freeway on the moon" e Tav "es un señor todo retorcido"».
24 x 28 cm - 40 pp. ill. a colori - Euro 18,00
Guido Scarabottolo
Disegni notturni
«Lavorava di notte, al quinto piano senza ascensore, una fatica andare a vedere. Chino a terra sui grandi fogli bianchi.
Lì per lì, non è rimasto chiaro a nessuno il senso di queste caffettiere... Le caffettiere, dice lui, vanno lette dalla più complicata alle più semplici e le più semplici, forse, sono quelle in cui il paesaggio fuori delimita un campo bianco, a forma di caffettiera appunto» (dalla Prefazione di A. Mei Gentilucci).
Diciannove riproduzioni di originali in acquaforte, serigrafia, matita, con un unico soggetto: la caffettiera.

15 x 17 cm - 48 pp. - ISBN 88-7158-014-1 - Euro 16,00
Alf Schneditz
Borje Tobiasson
Nella camera oscura
“No, non posso dire niente al proposito. Anche se mi fa vedere mille foto io non posso dire niente. Non dico niente. Certo, ognuna di queste fotografie avrà la sua storia, ha ragione Lei. Ma io, non le conosco queste persone.”
“... queste fotografie, dove le ha prese? Sono le sue, di famiglia? E chi le ha fatte? Un fotografo? Sa che i fotografi pensano di dare la verità, semplicemente perché fanno vedere ciò che vedono loro? L’obiettivo è oggettivo, dicono.”
“Le brume che avvolgono i primordi della fotografia non sono fitte quanto quelle che gravano sopra le origini della tua esistenza, candidato! Anche tu, come le fotografie, vieni dalla camera oscura e un giorno o l’altro ci tornerai! Come ti permetti di parlare e di straparlare di fronte a quelle fotografie?! Sei caduto nella trappola, pensavamo che fossi più furbo, invece no.”
Un fotografo e uno scrittore intrecciano i loro racconti di fotografie e parole, confrontandosi e riferendosi l’uno all’altro in un rimando tra immagine e testo che rende il libro leggibile da tanti punti di vista possibili e attraverso vie diverse e a volte inconsuete.
17 x 15,5 cm - 128 pp. - ISBN 88-7158-113-X- Euro 18,00
Alberto Moshe Somekh (a cura di)

KAL LE-ROSH

Il Seder di Rosh HaShanah secondo il Minhag della comunità di Cuneo

Il libro raccoglie una testimonianza dell'antico rito provenzale del Seder di Rosh HaShanah da alcuni manoscritti ritrovati nella Sinagoga di Cuneo, città in cui è documentata una presenza ebraica dall'inizio del XV secolo e che nel corso del Cinquecento vide l'arrivo e l'insediamento di ebrei provenienti dalla Provenza; questi manoscritti raccolgono non soltanto i testi (alcuni di essi documentano una tradizione particolare legata alla geografia e alla storia di questa zona, che conserva gelosamente un passato ebraico glorioso: il minhàg - la consuetudine o tradizione locale -provenzale) che si recitano in occasione degli "assaggi" augurali delle sere di Rosh HaShanah secondo l'uso cuneese: in particolare uno di questi testi, di notevole interesse per il pubblico in genere e non semplicemente una ristretta cerchia di dotti, èrelativo al Seder di Rosh haShanah secondo il nùssach (versione) particolare della Comunità di Cuneo. Esso è intitolato Kal le-Rosh da un’espressione dei Pirkè Avòt (‘sii lesto fin dall’inizio’: 3,12).

Alberto Moshe Somekh, rabbino, si è laureato in Lettere Classiche presso l’Università Statale di Milano, discutendo una tesi sulle antiche traduzioni aramaiche della Bibbia. Ha svolto un anno di perfezionamento in studi talmudici presso la Yeshiva University di New York. Ha pubblicato diversi articoli ed alcuni volumi nel campo della linguistica, oltre che in quello della divulgazione, e collabora a ricerche sul patrimonio culturale ebraico in Italia. Silvio Zamorani editore ha pubblicato: “Temune Khol. Il VeTashlikh di Rosh haShanah secondo il Minhag della Comunità di Cuneo” (2005), “Or ha-Chammah. Ordine della Birkat ha-Chammah [Benedizione per il Sole] secondo il ms. Mondovì” (2008) e “Miele dei favi” (2012).
12 x 17 cm - 64 pp. - ISBN 9788871581057 - Euro 10,00

Alberto Moshe Somekh (a cura di)

TEMUNE KHOL

Il VeTashlikh di Rosh HaShanah secondo il Minhag della comunità di Cuneo

Dai manoscritti conservati nella Ghenizah della Sinagoga di Cuneo emerge un testo particolare anche per la cerimonia del VeTashlikh che avviene nel giorno di Rosh haShanah, quando dopo pranzo gli ebrei ci si recano lungo un fiume, in memoria del Sacrificio d’Isacco, a “gettare” nel profondo delle acque i peccati affinché non riaffiorino mai più alla mente. In occasione di tale minhag oltre a “gettare” simbolicamente nell’acqua i peccati nel Giorno del Giudizio, come recitano i versetti profetici al centro del testo, vi si invocano la Protezione Divina e la fecondità. Il libro riporta il testo ebraico del VeTashlikh assieme alla sua traduzione integrale in italiano.

Alberto Moshe Somekh, rabbino, si è laureato in Lettere Classiche presso l’Università Statale di Milano, discutendo una tesi sulle antiche traduzioni aramaiche della Bibbia. Ha svolto un anno di perfezionamento in studi talmudici presso la Yeshiva University di New York. Ha pubblicato diversi articoli ed alcuni volumi nel campo della linguistica, oltre che in quello della divulgazione, e collabora a ricerche sul patrimonio culturale ebraico in Italia. Silvio Zamorani editore ha pubblicato: “Kal Le-Rosh. Il Seder di Rosh HaShanah secondo il Minhag della comunità di Cuneo” (2002), “Or ha-Chammah. Ordine della Birkat ha-Chammah [Benedizione per il Sole] secondo il ms. Mondovì” (2008) e “Miele dei favi” (2012).

12 x 17 cm - 64 pp. - ISBN 9788871581385 - Euro 10,00

Alberto Moshe Somekh (a cura di)

OR HA-CHAMMAH

Ordine della Birkat ha-Chammah (Benedizione per il Sole) secondo il ms. Mondovì

Seguendo un calcolo della tradizione ebraica, ogni ventotto anni il sole si trova nella posizione e nel giorno della settimana (il quarto) uguali alla posizione e al giorno settimanale in cui si trovava quando fu creato. I Maestri dell'ebraismo sottolineano tale evento con la prescrizione della recita di un’apposita benedizione.
Rav Alberto Somekh ha rintracciato nell'ArchivioEbraico B. e A. Terracini di Torino un manoscritto, proveniente da quella che una volta era la Comunità ebraica di Mondovì, contenente questa benedizione con un rituale di brani biblici che la accompagnano. Un ritrovamento molto interessante, che il rabbino Somekh ha deciso di pubblicare insieme ad una sua approfondita nota esplicativa, in ebraico e in italiano, valorizzandto questo documento che, ancora una volta, dimostra un’interessante peculiarità dell’ebraismo italiano.

Alberto Moshe Somekh, rabbino, si è laureato in Lettere Classiche presso l’Università Statale di Milano, discutendo una tesi sulle antiche traduzioni aramaiche della Bibbia. Ha svolto un anno di perfezionamento in studi talmudici presso la Yeshiva University di New York. Ha pubblicato diversi articoli ed alcuni volumi nel campo della linguistica, oltre che in quello della divulgazione, e collabora a ricerche sul patrimonio culturale ebraico in Italia. Silvio Zamorani editore ha pubblicato: “Kal Le-Rosh. Il Seder di Rosh HaShanah secondo il Minhag della comunità di Cuneo” (2002), “Temune Khol. Il VeTashlikh di Rosh haShanah secondo il Minhag della Comunità di Cuneo” (2005) e “Miele dei favi” (2012).

12 x 17 cm - 64 pp. - ISBN 9788871581613 - Euro 10,00

Alberto Moshe Somekh

Miele dei favi

È raccolta nel libro una serie di Derashot (sermoni) e articoli concernenti i Giorni Penitenziali. L’argomento di questi scritti è la Teshuvah, il pentimento, concetto base dell’etica ebraica. La Torah d’Israel crede profondamente nella capacità rigenerativa dell’Uomo dai suoi errori. È un processo antico più del mondo stesso – affermano i Maestri – e perciò fondamento della Creazione medesima. Non è un caso che la festa di Rosh ha-Shanah (Capodanno) sia da un lato il primo dei Dieci Giorni della Teshuvah, dall’altro l’anniversario della Creazione dell’Uomo.

Dall’indice:

Introduzione

El male’ rachamim: accadde in Germania 900 anni fa
Senza unità non c’è progresso, ma senza progresso non c’è unità
Chi salva dall’assimilazione anche un solo ebreo è come se avesse salvato l’intero popolo ebraico
L’eredità della comunità
La “Purpisa”: un Minhag di buon augurio
Voler innovare ad ogni costo può essere una rinuncia alla propria autenticità
Sostenere il nostro ebraismo
Tishrì: il mese dei “saldi”
Spirito di sacrificio, spirito di azione
Teshuvah (pentimento), Qedushah (santità) e ‘anavah (umiltà)
Il giro del mondo in 80 giorni
“Ti ho allungato misericordia”: rilanciare la famiglia ebraica
Più in alto, più in alto
Il merito di una sacra intenzione
La sensibilità di Sarah
Se Rosh ha-Shanah cade di Shabbat
Autodefinizione
Stilli come pioggia il mio insegnamento…
Teshuvah: rigenerazione nel segno dell’unità
L’orecchio e la bocca
Ideale e partecipazione
Più alta è la personalità, maggiore impegno richiede la Teshuvah
Padre, padre!

Indice degli argomenti

 

Alberto Moshe Somekh è nato a Milano da famiglia di illustri tradizioni rabbiniche. Ha studiato presso le Scuole della Comunità Ebraica di Milano, il Collegio Rabbinico e la Facoltà di Lettere dell’Università Statale di Milano, laureandosi cum laude in Filologia Aramaica. Successivamente ha studiato presso la Yeshiva University di New York, che gli ha conferito un dottorato rabbinico nel 2002. È stato Rabbino a Bologna dal 1986 e dal 1993 è Rabbino a Torino. Attualmente svolge un incarico di insegnamento in Studi Ebraici presso il Liceo Ebraico (studenti avanzati) e la Scuola Rabbinica di Milano. Ha pubblicato diversi libri e articoli di studi ebraici e partecipa a ricerche sul patrimonio ebraico in Italia.

15 x 21 cm - 90 pp. - ISBN 9788871581965 - Euro 18,00

 

Segni equivoci
Francesca Ghermandi, Franco Matticchio, Lorenzo Mattotti, Fabián Negrín, Spider, Gianluigi Toccafondo
Catalogo della mostra Castiglioncello, 20 luglio - 14 settembre 1997
A cura di Adriano Mei Gentilucci e Giorgio Quinto. Presentazione di Goffredo Fofi
«Segni equivoci, cioè anche sospetti, sospettabili, non univoci; segni "ambigui", cioè a più facce, e anche, come dicono i dizionari, che non danno affidamento? ... Molte cose legano tra loro questi artisti, queste opere. Alcune sono evidenti e immediate; altre nascoste e confuse... È il loro progetto a essere equivoco, o ambiguo, allora? Può darsi, perché è il progetto di noi tutti a esserlo, oggi. Ma sicuramente questi artisti sanno bene l’impasse di civiltà in cui essi e noi tutti ci troviamo costretti, e la difficoltà a trovare una via d’uscita per tutti, o anche per pochi, fuori dal dialogo irrequieto con l’epoca, a partire dai propri mezzi e dalla difesa dei propri spazi» (dalla Presentazione di G. Fofi).
12 x 16,5 cm - 125 pp. - ISBN 88-7158-061-3 - Euro 16,00

Silvio Zamorani editore

CORSO S. MAURIZIO, 25 - 10124 TORINO ITALY - TEL. (+39) 011 8125700 - info@zamorani.com

HOME Informativa Privacy